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Il frullato di Paul Krugman

Paul Krugman su La Repubblica di oggi (31 gennaio 2018), paragonando Bitcoin alle monete nazionali, spiega come fa una moneta a “corso forzoso” (come il dollaro o l’euro) ad avere valore. E mischia due spiegazioni. Una è la spiegazione “neo-cartalista” (o “MMT”) che è anche la spiegazione più logica e di buon senso e che prescinde dal modello teorico che abbiamo in mente. Ed è il fatto che un euro, ad esempio, è un credito nei confronti dell’Eurosistema, definito nella stesse unità (euro) in cui il settore pubblico fissa tasse, imposte, multe, sanzioni, tariffe dei servizi pubblici, nonché sentenze di risarcimenti giudiziali, ed è anche l’unico mezzo di regolamento per pagarle. Ciò rende conveniente ai residenti nell’area euro fissare contratti e prezzi in euro.

La seconda pesca invece da un modello teorico che fa acqua da tutte le parti, e cioè l’idea che la banca centrale controlli la quantità di dollari (o euro) in circolazione e che questa quantità determini l’inflazione. Oltretutto, la prima spiegazione spiega perché la moneta “a corso forzoso” viene accettata come corrispettivo nei contratti, mentre la seconda cerca (invano) di spiegare il potere d’acquisto della moneta. Dunque, in ogni caso, due spiegazioni non sommabili!

(Comunque lo scetticismo di Krugman su Bitcoin è da condividere 😉